"Nella mia stanza, mi preparai per dormire, misi un pigiama soffice di un bel colore azzurro.
Mi affacciai alla finestra, la neve scendeva ancora e illuminava il paesaggio: sembrava una favola. La gente era ancora sveglia, qualcuno faceva il pupazzo di neve con i propri figli, i più piccoli invece erano a letto, buoni ad aspettare Babbo Natale.
Sentivo intorno a me il calore di una famiglia che non era lì, mi strinsi le spalle tra le mani, quasi per cercare il calore che non avevo, davanti alla finestra mi sentivo sola, come senza di me: ero assente alle mie sensazioni, cercavo emozioni, mi convinsi che ero felice, ma non riuscivo a prendermi in giro.
Così spensi la luce e accesi la candela blu che mi avevano regalato alla cena: volevo cercare un piccolo ricordo, sentivo l'odore della cera.
Quella candela diffondeva magia e malinconia: era bello guardare in faccia quel lume e i suoi giochi di luce, sentire quel tenero calore e provarlo sulla pelle, quell'atmosfera di famiglia che non avevo, e che mi mancava.
Appoggiai la candela su un comò di legno antico, davanti a me uno specchio rifletteva tenue e buia la mia immagine.
Abbassai lo sguardo, mi girai per sedermi sul letto, ma in quel momento sentii di nuovo afferrarmi le mani: di scatto alzai gli occhi, ma non vedevo nulla, sentivo, però sentivo delle mani, mani che delicatamente prendevano le mie, le alzavano, le stringevano piano.
C'era anche un respiro che non percepivo, ma lo sentivo con il cuore, stavolta non dormivo, non avevo dubbi: lui era li con me e mi toccava."